Geopolimeri realizzazioni : Cosa si può fare con i geopolimeri?
Un geopolimero è il prodotto finito dell’unione tra un legante geopolimerico , creato miscelando polveri reattive
allumino silicatiche con un reagente liquido (indurente che può avere pH alcalino o pH acido) ed una carica minerale
che caratterizzerà il prodotto indurito. Compreso questo concetto, si può immaginare che i campi di applicazione siano i più disparati.
Con i geopolimeri si possono innanzitutto creare manufatti resistenti al fuoco (flash over = infinito, cioè completamente ignifugo) e, con
la giusta carica di aggregato, è possibile realizzare prodotti refrattari , quindi resistenti al calore in senso stretto.
Per molte applicazioni il liquido reagente scelto è alcalino (motivi di costo, i silicati sono più economici dell’acido fosforico)quindi
il pH del geopolimero fresco è sul 12,5-13 , condizioni “user friendly”, con valori simili a quelli trovati negli impasti cementizi o base calce.
Questa importante similitudine apre un panorama molto ampio di possibilità realizzative . Innanzitutto per quel che concerne malte
e calcestruzzi , in edilizia , ma anche mattoni, tegole e blocchi , per quanto riguarda l’industria del laterizio e dei refrattari, fino a spingersi
alla realizzazione di mattonelle e lastre ceramiche , il tutto senza la necessità di subire un ciclo termico , rimanendo tra la temperatura ambiente ed i 300°C circa.
Tutti i materiali appena descritti , grazie al legante geopolimerico , sono resistenti agli acidi, ai solfati ed altre aggressioni chimiche, sono
anche resistenti agli shocks termici (gelo/disgelo e cicli asciutto/bagnato). Con i geopolimeri è quindi possibile inertizzare scorie radioattive e rifiuti tossici (fanghi ceramici o industriali).
Si creano manufatti che vanno a simulare le rocce naturali . Detto questo anche da un punto di vista estetico – scenografico è possibile usare
geopolimeri per realizzare scogli (resistenti all’acqua salata) o elementi artistici come statuette ecc. E’ poi possibile creare schiume completamente
inorganiche per l’isolamento termico con densità e conducibilità davvero basse.